Meccanismo ipotizzato degli isoflavoni di soia sul metabolismo osseo.
Gli isoflavoni e la vitamina D possono stimolare sinergicamente la formazione dell’osso, grazie all’induzione della sintesi di 1,25-diidrossivitamina D e l’espressione dei recettori della vitamina D (VDR). Il legame 1,25(OH)2D – VDR potrebbe indurre l’attività degli osteoblasti e la formazione ossea. Inoltre il riassorbimento osseo può essere ridotto attraverso l’espressione dei recettori estrogenici (ER), i quali sono colpiti da VD e isoflavoni. Un aumento di ER porta ad un aumento della formazione di OPG e questo previene la maturazione di osteoclasti.
I FITOESTROGENI
Studi epidemiologici condotti dagli anni ’50 fino all’inizio degli anni ’90, e confermati negli ultimi anni, hanno evidenziato che nei Paesi orientali le donne in menopausa presentano un’incidenza molto bassa dei sintomi sopra citati. I fattori che potrebbero giustificare questo fatto sono genetici, dietetici e culturali.
Osservando però, donne asiatiche trasferitesi negli USA, si è notato come, nell’arco di una o duegenerazioni, l’incidenza di problematiche legate alla menopausa aumenti e si avvicini a quella riscontrata nelle donne statunitensi.
Questo porta a pensare che i fattori genetici non debbano essere presi in considerazione, bensì quelli dietetici. Le popolazioni asiatiche, infatti, consumano molti alimenti contenenti fitoestrogeni, come la soia. La dieta orientale apporta 20-150 mg al giorno di isoflavoni mentre quella occidentale ne apporta 1-3 mg.
Oltre a questo, è stato evidenziato come le donne asiatiche presentino un rischio inferiore di sviluppare tumori al seno e all’endometrio, rispetto alle donne occidentali.
C’è una crescente attenzione verso prodotti naturali e in particolare verso i fitocomplessi contenenti fitoestrogeni, in quanto dotati di peculiari caratteristiche quali sinergia d’azione tra i vari costituenti, pluralità di effetti biologici e scarsa tossicità.
I fitoestrogeni sono una vasta famiglia di composti non steroidei di origine vegetale. Sono dei fenoli eterociclici funzionalmente e strutturalmente simili al 17 beta estradiolo. Hanno struttura e funzioni simili a quelle degli ormoni femminili e per questo sono in grado di legarsi al recettore degli estrogeni endogeni ed esplicare attività estrogenica compresa tra un millesimo ed un decimillesimo di quella dell’estradiolo (il principale ormone estrogenico femminile). I fitoestrogeni possiedono sia effetti estrogenici che antiestrogenici in base al tipo di recettore attivato e in relazione al livello di steroidi endogeni (azione antagonista quando i livelli di estrogeni endogeni sono elevati; azione agonista quando i livelli di estrogeni endogeni sono bassi). Possono anche influire sui meccanismi di trasporto e sulle attività enzimatiche coinvolte nel metabolismo degli estrogeni stessi.
In base alla struttura chimica i fitoestrogeni possono essere suddivisi in 3 diverse classi principali:
1. Isoflavoni
2. Lignani
3. Cumestani
Gli isoflavoni sono i fitoestrogeni metabolicamente più attivi avendo una somiglianza strutturale con il 17-beta-estradiolo. Una loro caratteristica è la presenza di un gruppo fenolico, il quale sembra essere il requisito funzionale essenziale per il legame con i recettori estrogenici. In natura i più importanti isoflavoni sono:
• Genistina (il cui metabolita attivo è genisteina)
• Daidzina (il cui metabolita attivo è daidzeina)
• Glicitina (il cui metabolita attivo è gliciteina)
I metaboliti attivi, oltre a possedere attività estrogenica, sono dei potenti antiossidanti, bloccando i radicali liberi presenti nell’ambiente biologico e sequestrando i metalli di transizione. I fitoestrogeni vengono metabolizzati e biologicamente attivati dalla flora intestinale. In natura sono infatti presenti come profarmaci. Nel lume intestinale, il legame glicosidico che li lega ai carboidrati, viene scisso e il fitoestrogeno liberato dalla componente zuccherina è così facilmente assorbito dall’intestino
SOIA
• Sapbamrer R. et al. Effects of dietary traditional fermented soybean on reproductive hormones, lipids, and glucose among postmenopausal women in northern Thailand. Asia Pac J Clin Nutr. (2013)
• Park CY et al. Vitamin D interactions with soy isoflavones on bone after menopause: a review. Nutrients. (2012) Fabio Firenzuoli. Le 100 erbe della salute (2000)