FAMIGLIA Passifloraceae
La Passiflora eÌ€ una pianta rampicante originaria del sud degli Stati Uniti e dell’America Centrale coltivata anche in Italia. Della pianta si utilizzano le parti aeree.
Le sommitaÌ€ della Passiflora contengono come componenti principali dei flavonoidi, in particolare flavonoidi glicosidici (schaftoside, isoschaftoside, isovitexina-2’’- O-glucopiranoside e isoorientina-2’’- O-glucopiranoside). Troviamo anche vitexina, isovitexina, orientina, isoorientina, vicenina-2, swertisina, insieme ad altri composti presenti in minore quantitaÌ€. Le parti aeree della Passiflora sono oggetto di una monografia della Farmacopea Europea che riporta come standard qualitativo la determinazione dei flavonoidi totali, espressi come vitexina .
Infine, sono stati individuati anche 21 amminoacidi, zuccheri ed un glicoside cianogenico (ginocardina).
Proprietà
I principi attivi responsabili dell’attivitaÌ€ sedativa e ansiolitica appartengono al gruppo dei flavonoidi i quali si legano con ogni probabilitaÌ€ ai recettori delle benzodiazepine.
In uno studio, sono stati utilizzati due estratti secchi di Passiflora, contenenti rispettivamente 3,0% e 9,1% di flavonoidi totali, sono stati studiati per la loro affinitaÌ€ di legame a tre recettori diversi. A concentrazioni comprese fra 10 e 1000 μg/ml non hanno mostrato alcuna interazione con i siti di legame, compresi i sottotipi benzodiazepinici, dopaminergici e istaminergici. I due flavonoidi principali, isovitexina-2’’-glucoside e isoorientina-2’’-glucoside, non hanno inibito il sito di legame per le benzodiazepine a concentrazioni fino a 30 μM22. Ne deriva un’attivitaÌ€ sedativa e ansiolitica evidente anche a bassi dosaggi.
Studi effettuati sempre al fine di comprendere il possibile meccanismo di azione della Passiflora hanno dimostrato che estratti alcolici di questa pianta officinale sono in grado di legarsi ai recettori GABA A. Uno studio clinico effettuato su pazienti con disturbi ansiosi ha dimostrato che la somministrazione per un mese di estratto secco di Passiflora migliora significativamente il punteggio ottenuto nel test di Hamilton nel 43% dei soggetti trattati, mentre cioÌ€ si verifica solo nel 25% dei pazienti che ricevevano il placebo. Un ulteriore studio clinico ha valutato l’effetto della Passiflora in pazienti con disordini ansiosi. Si trattava di 36 pazienti con diagnosi certa di sindrome ansiosa, che ricevevano per bocca l’estratto secco titolato di Passiflora oppure 30 mg al giorno di Oxazepam per 4 settimane. La valutazione eÌ€ stata fatta ricorrendo all’Anxiety Scale, prima e dopo la terapia. Si eÌ€ visto che entrambi i trattamenti erano efficaci al termine della sperimentazione, anche se l’Oxazepam mostrava i suoi benefici piuÌ€ rapidamente. Esso causava peroÌ€ problemi di sonnolenza e di scarsa concentrazione sul lavoro in parecchi pazienti, problemi che erano assai meno evidenti nei soggetti trattati con la Passiflora. In nessuno dei due gruppi sono state osservate reazioni avverse rilevanti.
Studi clinici mostrano come la Passiflora possa essere estremamente utile nel ridurre i sintomi fisici dell’astinenza in soggetti con dipendenza da oppiacei, soprattutto se associata a clonidina, un agonista selettivo dei recettori alpha2-adrenergici (utilizzato nelle tossicodipendenze da oppioidi).
EÌ€ indicata in stati d’ansia, ipereccitabilitaÌ€ nervosa e insonnia, sindromi psicosomatiche e gastrointestinali, sindromi spastiche addominali, turbe della menopausa. Favorisce il sonno e ne prolunga il tempo di durata. La Passiflora eÌ€ infatti indicata in soggetti che soffrono di sonno frazionato
La PASSIFLORA viene utilizzata nella medicina popolare e dalla moderna fitoterapia come antispastico della muscolatura liscia dei visceri e sedativo del Sistema Nervoso Centrale (Speroni E., Minghetti, 1988; Beat Meier, 1995; Speroni et al, 1996). Le sue azioni farmacologiche sono dovute soprattutto ai flavonoidi contenuti nelle parti aeree della pianta. Studi clinici e sperimentali hanno dimostrato che la sua principale azione farmacologica è quella di tipo ansiolitico (test di studio dell'attività esplorativa dei topi); gli alcaloidi infatti hanno dimostrato un'affinità per i recettori centrali delle benzodiazepine. Sono state studiate anche le azioni dei vari componenti della pianta (alcaloidi, flavonoidi, etc.), ma la conclusione è che la migliore attività sedativa si ottiene con l'uso di estratti totali e non con i principi attivi isolati (superiorità del fitocomplesso rispetto alle molecole isolate).
La Passifiora presenta una buona attività antispastica sulla muscolatura liscia, per cui viene impiegata con successo nelle varie forme di somatizzazione ansiosa viscerale: spasmi gastrici, colon irritabile, ecc.
Risulta pertanto indicata per calmare gli stati di eccitazione nervosa con somatizzazioni viscerali quali:
• Angoscia
• Isteria
• Palpitazioni
• Disturbi nervosi della menopausa
• Gastralgie
• Colon irritabile, ecc.
• Può essere utilizzata anche come blando ipnoinducente.
Bibliografia:
• Li QM et al. Mass spectral characterization of C-glycosidic flavonoids isolated from a medicinal plant (Passiflora incarnata). Journal of Chromatography (1991)
• Raffaelli A. et al. Mass spectrometric characterization of flavonoids in extracts from Passiflora incarnata. Journal of Chroma- tography (1997)
• Jaroszewski JW et al. Biosynthesis of cyanohydrin glucosides from unnatural nitriles in intact tissue of Passiflora morifolia and Turnera angustifolia. Phytochemistry (1996)
• Appel K. et al. Modulation of the γ-aminobutyric acid (GABA) system by Passiflora incarnata L. Phytother Res. (2011)
• Soulimani R et al. Behavioural effects of Passiflora incarnata L. and its indole alkaloid and flavonoid derivatives and maltol in
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• Wolfman C et al. Possible anxiolytic effects of chrysin, a central benzodiazepine receptor ligand isolated from Passiflora coe-
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• Dhawan K. et al. Anti-anxiety studies on extracts of Passiflora incarnata Linneaus. J. Ethnopharmacol (2001)
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