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Maqui (Aristotelia chilensis)

Il Maqui (si legge "MACHI"), Aristotelia Chilensis, è un arbusto che raggiunge i 5 metri di altezza, che cresce spontaneamente sulle isole dell'arcipelago Juan Fernandez al largo delle coste cilene, nonchè più in genrale nella pampa della Patagonia (Cile, Argentina) dalla corteccia liscia, le foglie ovali-lanceolate, e piccoli fiori bianchi che sbocciano tra settembre e novembre

Le bacche di Maqui, conosciute popolarmente anche come Maqui Berry o mirtilli della Patagonia, sono di un blu intenso, maturano verso dicembre ( estate australe ), e vengono raccolte dopo alcuni mesi, verso marzo, quando diventano dolci e succose, ed hanno un sapore simile a quello delle bacche di sambuco.

A causa delle difficili condizioni climatiche in cui cresce questo arbusto sempreverde, la sua produzione di bacche è molto limitata, nonostante sia spesso di grandi dimensioni e ben ramificato. 

Probabilmente proprio in reazione all'ambiente proibitivo in cui cresce la pianta del Maqui produce una grande quantità di un particolare polifenolo, la delfinidine, più idrosolubile e con un potere antiossidante che ad oggi risulta essere quello massimo mai riscontrato in natura.
I Polifenoli sono delle sostanze con caratteristiche fortemente antiossidanti, la letteratura ci conferma l'azione protettiva a livello delle strutture cellulari dall'azione dannosa dei radicali liberi.
Sempre secondo letteratura l'assunzione di polifenoli promuove nelle cellulle una risposta di adattamento positivo chiamata Ormesi.
L'ormesi è un fenomeno adattivo che si instaura con il tempo, un sorta di allenamento che porta ad un'aumento della capacità di resistenza delle cellule a prescindere dalla presenza di un fattore negativo scatenante.

Il nome di questa pianta fu dato dai Mapuche, un'etnia indigena amerinda. Essi conoscevano le proprietà officinali del maqui e oltre alle bacche ne utilizzavano rametti e foglie per ridurre le irritazioni della gola e favorire la cicatrizzazione delle ferite.

La letteratura erboristica moderna attribuisce tradizionalmente alle bacche di Maqui caratteristiche antibatteriche, toniche ed astringenti, analgesiche e febbrifughe. I polifenoli contenuti nel Maqui si ritiene che siano in grado di contrastare l'infiammazione cellulare: un processo naturale delle cellule, che però, in determinate condizioni, può degenerare compromettendo il buon funzionamento dell'organismo. 

Pare che le antocianine, un particolare tipo di flavonoidi, appartenenti al gruppo dei polifenoli, oltre a svolgere importanti e benefiche azioni di protezione e rafforzamento della pianta, svolga anche sull’organismo umano importanti azioni antiossidanti ma non solo. In sintesi infatti le aree di azione sono le seguenti:

  • Effetto anti-age(anti radicali liberi, antiossidante)
  • Protezione dell’apparato cardiovascolare e prevenzione per ictus/infarto
  • Regolazione del colesterolo (promuove alti livelli di HDL e protegge il colesterolo cattivo dall’ossidazione)
  • Regolazione del la glicemia
  • Modulare la risposta infiammatoria e immunitaria (grazie alla capacità di attivazione dei meccanismi di difesa e di riparazione delle cellule).
  • Azione benefica sulla vista
  • Diminuzione della risposta allergica

In alcune delle tante tabelle della scala ORAC, che misura il potere antiossidante dei cibi, il Maqui ha un valore superiore all’ACAI, al Melograno, ed al mirtillo. Per quanto siano dati da prendere con le pinze, sia perchè si tratta di esperimenti in vitro, sia perchè spesso comparano dati non omogenei, rimane tuttavia interessante il dato qualitativo.



Il Maqui, assieme al Goji e all'Acai, è annoverato tra i cosiddetti Superfood, superando questi ultimi per quanto riguarda il potere antossidante.

Rientra tra gli alimenti consigliati da Barry Sears l'inventore della Dieta a Zona.