Utilizzo del Cardo Mariano in caso di Insufficenza epatica
Laumento dei livelli di inquinamento atmosferico, la diffusione dei farmaci, laffermazione di uno stile di vita sempre più tossico sottopongono il nostro fegato a una pressione sempre maggiore. La maggioranza dei naturopati e degli operatori sanitari ammettono che la epatotossicità stà emergendo rapidamente come uno dei principali problemi per la salute delluomo. Una scarsa funzionalità epatica, riconducibile allaccumulo di tossine, può contribuire alla morbilità di altre malattie, apparentemente non correlate al fegato, e nello stesso tempo manifestare i suoi segni e sintomi.
Ciò rende sempre più attuale questa pianta, antiossidante ed antinfiammatoria epatica, ed in particolare i suoi semi ed i flavolignani in essi contenuti nella misura del 1.5-3 %.
La silimarina ha note propietà epatoprotettive, ampiamente dimostrate, nei confronti di potenti tossine epatiche, come Amanita Phalloides e Microcystis Aeruginosa.
Gli effetti epatoprotettori della silimarina sono attribuiti alla azione antiossidante della lipossigenasi e quindi della sintesi dei leucotrieni con azione antiradicalica e stabilizzante delle membrane cellulari.
Ma la silimarina non protegge soltanto gli epatociti ed il parenchima epatico contro il danno tossico, ma rigenera anche gli epatociti; ciò rende i semi del cardo mariano un rimedio particolarmente utile in caso di epatite cronica, depositi tossici di grasso a carico del fegato. Inoltre è dimostrata la sua capacità di ridurre il tasso di mortalità nei pazienti affetti da cirrosi epatica, riducendo la necrosi degli epatociti, ritardando o prevenendo linsorgenza di insufficenza epatica.
Altettanto interessante è la sua propietà di ridurre laccumulo di collagene nel fegato, diminuendo i cambiamenti a livello